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Studio Legale Avvocato Antonella Arcoleo

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I nostri articoli

Affido condiviso e affidamento esclusivo

14 Marzo 2014 Da Studio Legale Arcoleo Lascia un commento

La Legge n. 54/2006 e l’“affido condiviso”

La Legge n. 54/2006 ha introdotto il c.d. “affido condiviso”.

Prima di allora, in Italia vi era come regola generale quella dell’affidamento esclusivo nei confronti di un solo genitore che limitava l’esercizio della potestà dell’altro genitore non affidatario. L’affido c.d. congiunto, conferito ad entrambi i genitori, costituiva invece un’eccezione.

In seguito all’introduzione della Legge n. 54/2006 si è affermata come forma principale di affidamento quella dell’ “affido condiviso” che ha come presupposto l’assenza di conflittualità insanabili tra i genitori.

Pertanto, anche in caso di separazione, i figli hanno diritto di conservare un rapporto equilibrato e continuativo con ciascun genitore, di ricevere da entrambi cura, educazione e istruzione e di conservare rapporti con gli ascendenti, ad esempio i nonni e i parenti.
Quando il giudice dispone l’affidamento condiviso provvede anche sulla residenza dei figli. Viene quindi precisato presso quale dei genitori la prole deve vivere abitualmente.
Il provvedimento del giudice deve stabilire i tempi e le modalità della presenza dei figli presso ciascun genitore.

Affidamento esclusivo

Si tratta della forma di affidamento maggiormente diffusa fino alla riforma del 2006.

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Il dramma dentro casa: abusi in famiglia

11 Marzo 2014 Da Studio Legale Arcoleo Lascia un commento

La cronaca fornisce notizie e dati allarmanti sulle violenze fisiche e psicologiche subite da quella che è, in genere, la parte più debole del rapporto: la donna.
 
In certi casi, anche gli uomini patiscono traumi e sofferenze.
 
Nella maggior parte delle ipotesi, inoltre, tali fenomeni di violenza si consumano alla presenza di minori.
 
Oggi, il fenomeno degli abusi perpetrati in seno alla famiglia da uno dei coniugi o conviventi a danno dell’altro è molto diffuso e continua purtroppo ad assumere dimensioni sempre più preoccupanti.
 
La legge 4 aprile 2001 n. 154 ha stabilito una disciplina specifica, in materia di violenza nelle relazioni familiari, nel nuovo titolo IX bis del codice civile disciplinante i c.d. “Ordini di protezione contro gli abusi familiari” attraverso l’introduzione degli articoli 342 bis e 342 ter c.c.
 
La suddetta normativa stabilisce misure a tutela dei componenti del nucleo familiare, nel caso in cui siano vittime di fenomeni di violenza nell’ambito di tali rapporti.
 
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Femminicidio : il male “travestito” d’amore

5 Marzo 2014 Da Studio Legale Arcoleo Lascia un commento

In data 11 ottobre del 2013, il decreto legge n. 93/2013, cosi detto sul “Femminicidio”, è stato convertito nella Legge n. 119/2013 garantendo così una maggiore protezione alle donne vittime di violenza.
 
La normativa in questione si è resa necessaria soprattutto in seguito ai ripetuti fenomeni di violenza domestica e non solo commessi nel nostro Paese nei confronti delle donne, di coniugi, conviventi e nell’ambito di relazioni di carattere affettivo.
 
Gli obiettivi di base consistono nella prevenzione della “violenza di genere” e nella protezione delle vittime attraverso la previsione di pene più severe per i soggetti responsabili.
 
Si tratta di norme di fondamentale importanza che consentono all’Autorità Giudiziaria di adottare rilevanti misure contro forme disparate di violenza, a tutela delle vittime di tali reati.
 
Il termine “femminicidio” indica, infatti, non solo l’uccisione di una donna ma anche qualsiasi forma di violenza commessa contro le donne, in quanto genere femminile, al fine di annientarne la soggettività, l’integrità psico-fisica e la dignità sul piano psicologico, simbolico, economico e sociale. Esso include il reato di atti persecutori c.d. “stalking”, di maltrattamenti, di mutilazione di genitali femminili e quello di omicidio commessi contro le donne da soggetti, di sesso maschile, che sono generalmente legati alle vittime da legami affettivi. 
 
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I reati “indiretti” contro i minori

16 Dicembre 2012 Da Studio Legale Arcoleo

E gli innovativi profili sanzionatori adottati dalla recente giurisprudenza

Negli ultimi tempi si è assistito ad un crescendo di provvedimenti d’urgenza sperimentati da alcuni Tribunali per i Minorenni (soprattutto in quelle aree in cui è più diffusa la criminalità organizzata): si tratta in particolare di provvedimenti mirati a togliere i figli minori alle famiglie radicalmente coinvolte nella criminalità organizzata, così sottraendoli ad un altrimenti ineluttabile destino mafioso, affidandoli al servizio sociale in comunità fuori dal territorio di origine al fine di dare loro la possibilità di conoscere un modo diverso di vivere e di pensare.

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Trasferimento all’estero del coniuge separato con figli

27 Ottobre 2012 Da Studio Legale Arcoleo 59 commenti

Capita di frequente che, successivamente alla separazione dei coniugi, uno dei due desideri trasferire la propria residenza all’estero (ciò soprattutto in caso di matrimoni misti).

Nessun problema quando non vi sia prole: il trasferimento all’estero in questo caso non può essere impedito dal coniuge poichè si tratta di una manifestazione della propria libertà personale (quella di movimento) in alcun modo condizionabile (anche se, per evitare problemi è sempre opportuno che nell’ambito dell’accordo di separazione consensuale si preveda una clausola con la quale  i coniugi si concedono vicendevole assenso per il rilascio dei rispettivi passaporti impegnandosi ad espletare tutte quelle attività che dovessero essere richieste dalle autorità competenti). [Leggi di più…] infoTrasferimento all’estero del coniuge separato con figli

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E se il termine per costituirsi in appello decorresse da prima che se ne abbia notizia?

27 Ottobre 2012 Da Studio Legale Arcoleo Lascia un commento

La sentenza della Corte Costituzionale n. 477 del 26.11.2002 com’è noto, ha fatto storia.

Essa ha per la prima volta introdotto nell’ordinamento processuale, con riferimento al procedimento notificatorio, un principio di giustizia sostanziale teso a tutelare il soggetto agente da lungaggini del procedimento medesimo non ascrivibili a suo comportamento colpevole.

La Corte dichiara infatti l’illegittimità costituzionale del combinato disposto degli artt. 149 c.p.c. e 4 III c. della L. 20.11.1982, n. 890 (Notificazioni di atti a mezzo posta e di comunicazioni a mezzo posta connesse con la notificazione di atti giudiziari), nella parte in cui prevede che la notificazione si perfeziona, per il notificante, dalla data di ricezione dell’atto da parte del destinatario anziché a quella, antecedente, di consegna dell’atto all’ufficiale giudiziario. [Leggi di più…] infoE se il termine per costituirsi in appello decorresse da prima che se ne abbia notizia?

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A tal fine, lo Studio si avvale di molteplici apporti specialistici (consulenti del lavoro, commercialisti) anche nelle questioni che investono discipline complementari, per garantire alla clientela un’assistenza ancora più completa grazie ad un miglior coordinamento tra le diverse professionalità.

Diritto penale di famiglia

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