Con l’introduzione dell’art. 473-bis.39 del codice di procedura civile, la Riforma Cartabia del 2022 ha innovato profondamente la disciplina relativa all’esecuzione dei provvedimenti in materia di affidamento dei figli e responsabilità genitoriale. L’obiettivo della norma è garantire un rimedio concreto e tempestivo a tutela dei diritti del minore, soprattutto nei casi in cui uno dei genitori ostacoli il corretto svolgimento delle modalità di affidamento stabilite dal giudice.
Le novità dell’art. 473-bis.39 c.p.c.
La disposizione ha sostituito il previgente art. 703-ter c.p.c., introducendo una serie di strumenti sanzionatori attivabili anche d’ufficio dal giudice, qualora si verifichino:
•gravi inadempienze (anche di natura economica),
•atti pregiudizievoli per il minore,
•comportamenti che ostacolino l’esecuzione delle modalità di affidamento o l’esercizio della responsabilità genitoriale.
In presenza di tali condotte, il giudice può:
•modificare i provvedimenti in vigore;
•ammonire il genitore inadempiente;
•applicare una penalità di mora (ex art. 614-bis c.p.c.), determinando una somma dovuta per ogni violazione o giorno di ritardo;
•irrogare una sanzione amministrativa pecuniaria da 75 a 5.000 euro, destinata alla Cassa delle ammende.
Inoltre, il giudice può condannare il genitore inadempiente al risarcimento del danno in favore dell’altro genitore o, anche d’ufficio, in favore del minore.
Nessun onere di prova sul danno
Uno degli aspetti più rilevanti della norma è che non è necessario provare il danno subito dal minore: è sufficiente dimostrare l’inosservanza delle modalità di affidamento o delle responsabilità genitoriali stabilite dal giudice. Tale condotta, infatti, integra di per sé una violazione sanzionabile, con l’obiettivo di proteggere preventivamente il benessere del minore e scoraggiare comportamenti ostativi da parte dei genitori.
Tutela effettiva e tempestiva del minore
La ratio della norma è chiaramente quella di rafforzare l’effettività delle decisioni giudiziali in materia familiare, prevedendo meccanismi di reazione rapidi ed efficaci contro gli inadempimenti. Si supera così una prassi giurisprudenziale spesso caratterizzata da tempi lunghi e misure poco incisive, che in passato finivano per penalizzare proprio il minore, il cui interesse dovrebbe essere primario.
Applicazioni pratiche
Su questa scia si è mosso il Tribunale di Verona che nell’ottica di fornire maggiore tutela del minore e l’esecuzione dei provvedimenti in materia familiare ha fatto applicazione dei strumenti previsti dall’art. 473-bis.39 c.p.c. per contrastare le condotte ostruzionistiche e assicurare un ambiente più stabile e protetto ai figli coinvolti nei procedimenti di separazione o divorzio.
In un primo caso, un padre separato si è rifiutato di versare l’assegno di mantenimento da 300 euro al mese per i figli, come previsto da un’ordinanza del Tribunale dell’11 febbraio. L’uomo sosteneva di avere già coperto alcune spese ma senza prove concrete. Il giudice, applicando l’articolo 473-bis.39 del Codice di procedura civile, ha imposto una penale di 100 euro al giorno per ogni giorno di ritardo nel pagamento. Dopo appena cinque giorni di multa, il padre si è messo in regola.
Un secondo caso riguarda una madre che, dopo la separazione, ha portato il figlio all’estero, ignorando il diritto di visita del padre. Nonostante due ordinanze – una italiana e una straniera – che le imponevano di far vedere il bambino al padre, la donna ha continuato a impedirgli ogni contatto. Il Tribunale di Verona ha definito la condotta «gravissima» e ha applicato una multa di 200 euro al giorno finché la madre non rispetterà la decisione del giudice. Prima di questa misura, le era già stato imposto un risarcimento danni di 3.000 euro.