Il reato di revenge porn, previsto dall’art. 612 ter c.p., è stato introdotto dalla legge 69/2019 , conosciuta come codice rosso, al fine di arginare il drammatico fenomeno della illecita diffusione di immagini o di video sessualmente espliciti.
PRIMO CASO A PALERMO
I quotidiani palermitani hanno rappresentato il primo caso di revenge porn registrato a Palermo. La vittima è una ragazza di 28 anni. L’immagine diffusa veniva scattata alla donna dall’ex fidanzato in un momento di intimità.
Una volta lasciato, pur di tornare con la ex, o per vendetta l’uomo, aveva diffuso l’immagine dal contenuto sessuale esplicito della fidanzata.
La donna presentava querela e il Gip valutati gli elementi di prova, particolarmente gravi ai danni dell’ex convivente, disponeva la misura cautelare in carcere.
COSA SIGNIFICA REVENGE PORN?
L’espressione “Revenge Porn” deriva dall’inglese e significa vendetta porno. Il comportamento di chi diffonde illecitamente immagini o video dal contenuto sessuale a decorrere dal 09 agosto scorso è sanzionabile penalmente.
Purtroppo nei ultimi tempi la cronaca nazionale, e non, ha messo in luce parecchie storie drammatiche, che nei casi più gravi hanno determinato il suicidio della vittima.
CHI VIENE PUNITO NEL REVENGE PORN?
La legge punisce chi diffonde in maniera illecita, e quindi senza il consenso, immagini o video sessualmente espliciti. La pena è la stessa sia per chi ha realizzato l’immagine o il video e poi lo diffonde, sia per chi si limita a diffonderlo. Il trattamento sanzionatorio è la reclusione da uno a sei anni. Lo stesso è aumentato nel caso il cui il reato viene commesso dal coniuge, o da persona legata da relazione affettiva. Aumento di pena si ha anche sei i fatti sono commessi tramite strumenti informatici o telematici, ma non solo. Infatti è previsto un aumento da un terzo alla metà se il fatto è commesso ai danni di una donna in gravidanza o in condizioni di inferiorità psichica o fisica.
PROCEDIBILITA’
Il reato di revenge porn viene punito a querela della persona offesa, da proporsi entro il termine lungo di mesi sei.
Nei casi aggravati la procedibilità diventa di ufficio.
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