La casa costruita su terreno dell’ex convivente anche con i soldi dell’altro membro della coppia, non è di proprietà di entrambi. Ma chi ha investito economicamente può recuperare il denaro versato. (Cass. Civile, Sez. III, 7 giugno 2018, n. 14732)
Marta e Stefano (nomi di fantasia) iniziano una relazione nel lontano 1987. Per circa 10 anni la coppia, pur amandosi, decide di non andare a convivere. In questo lungo periodo, però, insieme costruiscono una casa su un terreno di proprietà esclusiva di Marco. Entrambi vi investono tempo, lavoro e denaro, sognando la loro vita insieme.
Non appena i lavori di costruzione finiscono, i due vanno a vivere insieme nella nuova casa, senza sposarsi. Purtroppo però la convivenza mette a dura prova questo rapporto, che dopo quattro anni di vita condivisa, nel 2001, si scioglie.
Dopo alcuni anni, Marta cita in giudizio l’ex compagno, chiedendo la divisione in parti uguali del patrimonio familiare (al momento della fine del rapporto), oppure la restituzione delle somme investite per la costruzione della casa.
Con la fine della convivenza, infatti, Marta, che non si era preventivamente tutelata, era rimasta con un pugno di mosche in mano! E difatti, secondo il “principio dell’accessione” l’immobile costruito su terreno di proprietà di un soggetto, diventa automaticamente proprietà esclusiva di quest’ultimo.
Il processo ha avuto alterne vicende nei suoi vari gradi, e ha visto anche la morte di Stefano, e il subentro, al suo posto, della moglie.
La Cassazione, ha stabilito che si è trattato di un caso di indebito arricchimento, in favore di Stefano. E’ vero che Marta aveva volontariamente investito il proprio tempo – ma soprattutto – il proprio denaro, per la costruzione di quella casa. Ma è anche vero che lo aveva fatto in vista di un futuro comune, per poter godere di quella casa insieme a Stefano. E non perché volesse avvantaggiarlo o fargli un regalo.
La Suprema Corte specifica però che a Marta non spetta la comproprietà della casa, ma ha diritto a recuperare le somme che ha speso e ad essere indennizzata per le energie lavorative impiegate per la costruzione della casa.
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