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maternità

Prova del DNA: lo strumento più idoneo per accertare la paternità

29 Luglio 2020 Da Staff Lascia un commento

La recente giurisprudenza ritiene che il test del DNA costituisce lo strumento più idoneo per accertare la paternità soprattutto in combinazione con altri elementi di prova.

Quanto detto lo stabilisce espressamente la Cassazione con l’ordinanza n. 14916 pubblicata il 13 luglio 2020.

Quando in sede di giudizio è necessario accertare la paternità e la maternità, la consulenza tecnica è il mezzo obiettivo di prova e lo strumento più idoneo ai fini dell’accertamento. Si tratta di una prova con margini di certezza elevatissimi.

Il caso

Un uomo conveniva in giudizio i figli legittimi di quello che riteneva essere il proprio padre biologico. In particolare, il ricorrente sosteneva di essere nato dalla relazione tra la madre e il padre dei convenuti. Chiedeva, quindi, che il  Tribunale dichiarasse il de cuius proprio padre naturale.

La prova principe in questi procedimenti è quella ematologica, segnatamente di raffronto del DNA. La rilevanza di questo esame dal punto di vista probatorio è determinata dalla pressoché sicura univocità di risultato. Inoltre, il Giudice, nell’ ordinare l’esperimento di detto mezzo istruttorio, potrà anche dedurre ulteriori elementi di prova ex art. 116 c.p.c.. Per esempio anche l’eventuale rifiuto di sottoporsi al prelievo può essere ritenuto dal Giudice un elemento di prova circa la paternità.

Solo laddove il test del DNA non sia possibile, la prova potrà dedursi con ogni altro mezzo istruttorio, anche presuntivo (ad esempio prove testimoniali e/o documentali).

Nel caso posto all’ attenzione dei decidenti, l’attore si era sottoposto all’esame del DNA non di sua personale iniziativa bensì sull’accordo delle parti, affidandosi ad un noto genetista scelto congiuntamente. Il DNA veniva confrontato con quello di uno dei convenuti, suo parente in linea maschile più prossimo, ottenendo una percentuale del 97,4%. Il risultato era pertanto coerente con il ritenuto vincolo di parentela fra fratelli unilaterali consanguinei, in quanto figli dello stesso padre.

La prova del DNA: caratteristiche

La prova del DNA è espressione del principio di favor veritatis che mira a tutelare il diritto inviolabile dell’individuo alla sua identità personale.

Questa prova ha sostituito, le precedenti analisi probabilistiche basate sull’ utilizzo dei marcatori genetici, proprio grazie all’ elevato grado di certezza per il raggiungimento della verità biologica. Costituisce l’unico mezzo di prova diretto e non presuntivo della paternità, divenuto sempre più frequente nella prassi giudiziaria.

Tecnicamente si procede al confronto tra il profilo genetico del figlio con quello di entrambi i genitori. Una volta individuate nel figlio le caratteristiche genetiche di provenienza materna, si valuta la loro corrispondenza (o meno) con quelle di provenienza paterna. In caso positivo verrà accertata la paternità, in caso negativo, invece, l’indagine si conclude con l’esclusione certa della stessa.

Potrebbe anche interessarti” Sopravvenuta adozione: possibile riduzione del mantenimento dovuto dal padre naturale”. Leggi qui. 

 

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8 marzo: Giornata Internazionale della Donna

8 Marzo 2019 Da Studio Legale Arcoleo Lascia un commento

L’ 8 marzo si festeggia la Giornata Internazionale della Donna. Una ricorrenza che purtroppo, nel tempo, ha perso il suo valore.

Oggi, 8 marzo, si celebra la Giornata Internazionale della Donna, più nota come “Festa della Donna”, ricorrenza istituita per ricordare le conquiste politiche, economiche e sociali delle donne, scontando violenze e soprusi di ogni sorta.

Molti ritengono che l’ 8 marzo evochi un tragico incidente avvenuto negli Stati Uniti, ovvero l’incendio in una fabbrica tessile che ha causato la morte delle operaie che vi lavoravano. L’episodio tuttavia non si colloca chiaramente nel tempo: alcuni lo collocano nel 1857, altri nel 1911, altri sostengono che si sia verificato nel mese di febbraio.

In realtà la Festa della Donna ha trovato origine nei movimenti femministi politici di rivendicazione dei diritti delle donne di inizio Novecento. In particolare nel movimento socialista che sia negli Stati Uniti che in Europa, sosteneva la questione femminile, il voto alle donne, l’uguaglianza di genere.

Per alcuni anni la giornata si è celebrata nei vari Paesi in date diverse. In seno alla Seconda Conferenza Internazionale delle donne comuniste, intervenuta a Mosca nel 1921, si è individuato l’8 marzo come data di riferimento per la celebrazione della Giornata Internazionale dell’operaia.

In Italia, nel settembre 1944 è nata l’ UDI, Unione donne Italiane, che ha deciso di celebrare, l’ 8 marzo, la Giornata delle Donne nelle zone liberate dell’Italia.

Nel 1946 la mimosa è divenuta il simbolo di questa ricorrenza, in quanto fiore di stagione e a basso costo.

Negli anni Settanta è nato in Italia il Movimento Femminista ; l’ 8 Marzo 1972 si è tenuta a Roma, a Campo de Fiori, la Manifestazione della Festa della Donna, durante la quale le donne italiane manifestarono per i loro diritti, tra cui la legalizzazione dell’aborto.

Successivamente, le Nazioni Unite, hanno proclamato il 1975 come Anno Internazionale delle Donne. E l’ 8 marzo di quell’anno i movimenti femministi di tutto il mondo hanno manifestato per l’uguaglianza tra uomo e donna.

Purtroppo questa ricorrenza nel tempo ha perso di spessore e valore. I diritti per cui per anni le donne di tutto il mondo hanno combattuto sono andati dimenticati dietro un’apparente emancipazione della figura femminile, purtroppo non confermata dalla realtà contestuale e dalla cronaca.

Non si possono dimenticare alcuni dati allarmanti; da gennaio ad ottobre 2018, in Italia, si sono consumati 70 femminicidi. Donne uccise per mano di chi diceva di amarle. Di cui 5 solo in Sicilia. Da gennaio a fine luglio 2018, 2.241 donne (tra italiane e straniere) hanno presentato denuncia per stupro. Sono 1 milione 404 mila le donne che lo scorso anno hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro (dati Istat).

Per non parlare del divario salariale di genere: le donne guadagnano il 44% in meno rispetto ai loro colleghi maschi (Il Sole 24 Ore). E della disoccupazione femminile, delle penalizzazioni di carriera a seguito della maternità, della non corretta ripartizione tra uomo e donna degli impegni domestici e di accudimento dei figli.

La situazione della donna appare oggi più preoccupante, a tratti drammatica. L’ 8 marzo dovrebbe essere occasione di riflessione ed impegno per la rivalutazione della donna, poichè fino a quando le donne subiranno violenza, di ogni tipo e sino alla morte, non è possibile scorgere alcun festeggiamento.

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