Lo svolgimento di un’attività sportiva è fondamentale per la crescita e il corretto sviluppo dei giovani. Lo sport, oltre ad avere benefici a livello fisico, ha indubbi vantaggi a livello psicologico e sociale. Una sana attività sportiva aiuta lo sviluppo ed è, al contempo, occasione di divertimento e socializzazione. Peraltro, favorisce l’apprendimento dei valori di vita quali il rispetto delle regole, l’impegno, la responsabilità. Lo svolgimento di un’attività sportiva è talmente importante da essere stata riconosciuta, dalle Nazioni Unite, quale diritto fondamentale. Ebbene, secondo l’art. 31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia “Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica […]”.
Chi decide lo sport da fare praticare al minore?
Non è insolito che i genitori, soprattutto se separati o divorziati, non siano d’accordo su quale sport il figlio minore deve praticare. La tematica è particolarmente delicata proprio in virtù del ruolo di primaria importanza che l’attività sportiva occupa nel processo di crescita dello stesso. Chi esercita la responsabilità genitoriale ha certamente diritto di esprimere la propria opinione in merito alla gestione delle attività ludico-ricreative del figlio. Ciò, ovviamente, non deve tradursi in una imposizione unilaterale.
Il minore può scegliere lo sport da praticare?
Certo che si! il minore ha diritto di manifestare le proprie preferenze. Ciò anche e soprattutto in relazione alle proprie capacità, inclinazioni ed aspirazioni. Il minore non dovrebbe mai essere costretto alla pratica di un determinato sport, ma dovrebbe essere libero di potere scegliere. A tal proposito esiste un vero e proprio diritto all’ascolto del figlio minore codificato nell’art. 336-bis c.c. I problemi sorgono quando al minore non viene lasciata tale libertà di scelta. Ma soprattutto quando vi è contrasto tra i genitori. In tale caso sarà il Giudice a decidere, laddove adito, a dirimere il contrasto. Peraltro in materia non esiste una regolamentazione in materia di tesseramento minorile.
Ma cosa è il tesseramento minorile?
Ciascuna Federazione sportiva fonda la propria organizzazione su un sistema di affiliazioni e tesseramenti. Pertanto il tesseramento non è altro che l’atto formale di ingresso nell’ordinamento sportivo. Con il tesseramento il soggetto entra a far parte di una società sportiva, la quale a sua volta, è affiliata ad una federazione. A seguito del tesseramento l’atleta è abilitato all’esercizio della relativa attività sportiva in competizioni e manifestazioni dalla stessa organizzate. l’atleta si lega dunque in modo esclusivo ad una società e conseguentemente acquista lo status di soggetto di diritto sportivo. Questo comporta l’acquisto della titolarità di diritti e doveri nei confronti degli altri atleti, associazione e federazione.
Normativa in merito di tesseramento minorile
Nel nostro ordinamento la normativa in tema di tesseramento sportivo minorile è stata per molto tempo alquanto scarna. Ad oggi le varie Federazioni hanno optato per soluzioni eterogenee, soprattutto in tema di legittimazione attiva.
Alcune di esse ritengono sufficiente il consenso di un solo genitore; altre richiedono espressamente il consenso di entrambi i genitori; altre ancora si riferiscono genericamente alla figura esercente la responsabilità genitoriale.
Conclusioni
Alla luce di quanto sopra rappresentato, sarebbe auspicabile un aggiornamento delle norme che disciplinano l’accesso alle attività sportive per i minori. Tale novella dovrebbe tener presente i principi in materia di autodeterminazione del minore di età e il suo diritto di scelta. Così facendo in caso di conflitto tra i genitori, sarebbe utile l’espletamento di una valutazione psicofisica del minore da effettuare periodicamente.
Attualmente, premesso che i genitori dovrebbero sempre agire nell’interesse del minore, è necessario, quindi, fare riferimento alle regole dettate dalle singole Federazioni per stabilire chi ha il potere di far tesserare il figlio.
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