Il Tribunale di Mantova negli ultimi anni è intervenuto più volte in materia di tutela del diritto all’immagine dei minori. Anche emettendo provvedimenti che vietano la pubblicazioni delle loro foto sui social network da parte dei loro stessi genitori. Oggi quello stesso Tribunale rende questa tutela ancora più efficace. Divulgando un modello di conclusioni congiunte per la separazione (o l’affidamento e il mantenimento di figli nati fuori dal matrimonio) contenente lo stesso divieto. Un modello che ci si auspica venga accolto anche in altri Tribunali italiani.
Il Tribunale di Mantova è sempre stato all’avanguardia in materia di tutela dell’immagine dei minori. Soprattutto in relazione alla diffusione di foto sui social network.
Emblematica, al riguardo, una pronuncia del 2017. Un padre infatti aveva proposto ricorso, chiedendo la revisione del regime di affidamento e visita dei figli minori. I bambini erano nati da una relazione sentimentale, poi finita, con la sua ex compagna. I Giudici ritennero di non potersi pronunciare, in quel dato momento, su quel tipo di modifica. Ma disposero, al riguardo, che il Servizio Tutela dei Minori vigilasse sulla situazione familiare e rilevasse eventuali pregiudizi per i minori.
Ma l’aspetto più importante di questa pronuncia riguarda un’altra doglianza da parte dell’uomo. L’ex compagna aveva disatteso un impegno preso in sede di udienza e poi inserito nell’ordinanza che regolava i rapporti personali e patrimoniali tra genitori e figli. Quello di non pubblicare le foto dei figli sui social, e rimuovere quelle già postate. Il padre infatti era contrario a questa pratica.
Di fronte al reiterato comportamento della donna, il Tribunale di Mantova le ha ordinato nuovamente di rimuovere le foto dei bambini dai social e di astenersi da nuove pubblicazioni.
In un periodo storico in cui i bambini rischiano di subire una sovraesposizione sui social, gli operatori del diritto e molti genitori hanno accolto con entusiasmo un orientamento così chiaro. E che, di fatto, limita inutili pretesti di litigio.
Secondo i Giudici del Tribunale di Mantova la pubblicazione sui social delle foto dei minori rappresenta un potenziale pregiudizio per loro. Infatti, le foto messe in rete, possono raggiungere un pubblico pressoché illimitato. Ciò espone i bambini al rischio di avvicinamento da parte di qualche malintenzionato, precedentemente attratto dalle loro foto on line. Per non parlare di coloro che, con procedimenti di fotomontaggio, possono ricavarne materiale pedopornografico.
Ma il Tribunale di Mantova, negli scorsi giorni, ha fatto ancora di più. Ha divulgato un nuovo modello per le conclusioni che i legali redigono negli affari di diritto di famiglia. Questo modello prevede, tra l’altro, il “divieto di pubblicare le foto dei figli sul profilo Facebook, nonché su ogni altro social network, provvedendosi all’immediata rimozione di quelle esistenti“.
Il Tribunale di Mantova, nell’inserire questa previsione, si è ispirato alla battaglia portata avanti per lungo tempo dall’avvocato Camilla Signorini. Il legale già alcuni anni fa aveva sollevato ai magistrati mantovani questa problematica. E aveva ottenuto le inibitorie e i provvedimenti urgenti di divieto di pubblicazione. Inoltre, già da tempo, sulla scorta delle richieste di alcuni suoi clienti, aveva iniziato ad inserire questo divieto nei suoi ricorsi per separazione o affidamento e mantenimento di figli nati fuori dal matrimonio.
Il Tribunale di Mantova ha oggi recepito questa “buona pratica”. E l’ha inserita in un modello che, tramite il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Mantova, ha messo a disposizione di tutti i legali. Ciò vuol dire che d’ora in avanti, gli avvocati del Foro, nel predisporre le loro conclusioni, dovranno necessariamente inserire il punto relativo al divieto di pubblicazione di foto dei figli minori sui social.
L’auspicio è che altri Tribunali adottino questo modello e che venga individuata una forma di tutela analoga anche per i figli di genitori non separati, che comunque continuano a esporre i loro figli ai pericoli della rete.